Stefano De Servi

Great Debate: Computed tomography coronary angiography should be the initial diagnostic test in suspected angina.

Quale test utilizzare in prima istanza nei pazienti che presentano dolore toracico è oggetto di discussione. Storicamente, i test funzionali sono stati considerati di primo utilizzo, anche per la loro maggiore disponibilità, in particolare per quanto riguarda l’elettrocardiogramma da sforzo. Tuttavia, dati recenti hanno mostrato come la TC coronarica possa rappresentare una alternativa ai test funzionali, fornendo immediate e utili informazioni anatomiche sulla base delle quali si può indirizzare una terapia preventiva precoce. Secondo le Linee Guida dell’UK National Institute for Health and Care Excellence (NICE), un approccio anatomico è preferibile in prima istanza mentre le Linee Guida ESC sono più articolate e tengono conto delle caratteristiche cliniche del paziente, della probabilità pre-test di malattia coronarica e della disponibilità locale dei vari test provocativi.

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The multidisciplinary heart team approach for patients with cardiovascular disease: a step towards personalized medicine.

Nonostante i benefici dell’Heart Team siano unanimemente riconosciuti, esistono ancora incertezze riguardo l’evoluzione temporale del livello di accordo e sull’impatto dell’Heart Team sugli eventi clinici. Nel 2015-2016,
un cardiochirurgo e un cardiologo hanno esaminato in modo indipendente i dati clinici di 100 pazienti (Gruppo 1, G1) e, successivamente, hanno raccomandato per ogni paziente un trattamento (chirurgico, percutaneo, ibrido, terapia medica) o ulteriori indagini diagnostiche. Il giorno successivo,
ogni caso è stato discusso dall’Heart Team dello stesso centro. La stessa procedura di studio è stata ripetuta nel 2017 in un secondo
(G2) e nel 2018 in un terzo (G3) gruppo, entrambi comprendenti 100 pazienti.

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P2Y12 Inhibitor or Aspirin Monotherapy for Secondary Prevention of Coronary Events.

Background: ASA is the only antiplatelet agent with a Class I recommendation for long-term prevention of cardiovascular events in patients with coronary artery disease (CAD). There is inconsistent evidence on how it compares with alternative antiplatelet agents.

Methods: We conducted a patient-level metaanalysis of randomized trials comparing P2Y12 inhibitor monotherapy vs ASA monotherapy for the prevention of cardiovascular events in patients with established CAD. The primary outcome was the composite of cardiovascular death, myocardial infarction, and stroke. Prespecified key secondary outcomes were major bleeding and net adverse clinical events (the composite of the primary outcome and major bleeding). Data were pooled in a 1-step meta-analysis.

Results: Patient-level data were obtained from 7 trials. Overall, 24,325 participants were available for analysis, including 12,178 patients assigned to receive P2Y12 inhibitor monotherapy (clopidogrel in 7,545 [62.0%], ticagrelor in 4,633 [38.0%]) and 12,147 assigned to receive ASA. Risk of the primary outcome was lower with P2Y12 inhibitor monotherapy compared with ASA over 2 years (HR: 0.88; 95% CI: 0.79-0.97; P=0.012), mainly owing to less myocardial infarction (HR: 0.77; 95% CI: 0.66-0.90; P<0.001). Major bleeding was similar (HR: 0.87; 95% CI: 0.70-1.09; P=0.23) and net adverse clinical events were lower (HR: 0.89; 95% CI: 0.81-0.98; P=0.020) with P2Y12 inhibitors. The treatment effect was consistent across prespecified subgroups and types of P2Y12 inhibitors.

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Efficacia e sicurezza dell’acido bempedoico in prevenzione primaria

Le statine sono un caposaldo della prevenzione secondaria, e sono raccomandate dalle Linee Guida anche in prevenzione primaria in pazienti ad alto rischio di eventi. Inoltre, alcuni pazienti non tollerano le statine; in questi casi l’acido bempedoico può essere proposto come alternativa terapeutica, ma l’efficacia e sicurezza di questa scelta di trattamento in prevenzione primaria non ha al momento una evidenza certa.

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Pazienti fragili in fibrillazione atriale trattati con antagonisti della vitamina K: proseguimento oppure “switch” a anticoagulanti orali diretti?

I pazienti anziani affetti da fibrillazione atriale (AF) hanno spesso sindromi geriatriche, tra cui la fragilità, una condizione rappresentata da una maggiore vulnerabilità a situazioni di stress (come malattie, traumi etc). Questi pazienti non sono stati inclusi nei grandi trial di confronto tra antagonisti della vitamina K (VKA) e anticoagulanti orali diretti (DOAC). Poiché spesso questi pazienti sono trattati con VKA ci si pone la domanda se si debba proseguire con questo trattamento oppure “switchare” a DOAC.

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Determinanti biochimici della riperfusione spontanea nell’infarto STEMI: rilevanza clinica

La riperfusione spontanea negli infarti STEMI è un segnale favorevole che si accompagna a infarti di dimensioni ridotte e a una buona prognosi anche a distanza. Il fenomeno è stato messo in correlazione con una più potente attività fibrinolitica e a alla presenza di un trombo occlusivo con tralci fibrinici meno densi rispetto ai trombi che non riperfondono spontaneamente. Tuttavia uno studio ampio che consideri biomarker di coagulazione, attività fibrinolitica endogena e correlati clinici e prognostici nei pazienti STEMI nei pazienti con riperfusione spontanea non è stato sinora condotto.

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Transcatheter tricuspid valve repair/replacement should be offered to all patients with severe tricuspid regurgitation: pros and cons.

L’insufficienza tricuspidalica severa è una patologia orfana di cure se si eccettua la sola terapia diuretica. I pazienti refrattari a questo trattamento medico vengono riferiti alla chirurgia in condizioni di scompenso avanzato e disfunzione ventricolare destra, così che i risultati della chirurgia sono mediocri. Il trattamento percutaneo è un’alternativa praticabile in questi pazienti. Recentemente è stato pubblicato lo studio randomizzato TRILUMINATE.

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An Unusual Cause of ST-Segment Elevation in the Right Precordial Leads-A Clue From the Humble Waves.

Qual è la diagnosi più probabile del sopraslivellamento del tratto ST?Questo ECG è di un paziente anziano, portatore di ICD in prevenzione secondaria (pregresso episodio di fibrillazione ventricolare pochi anni fa) che giungeva all’attenzione medica riferendo scariche del defibrillatore per 3 volte negli ultimi 6 mesi. L’esame fisico e gli esami di laboratorio erano nei limiti di norma.

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Cost-effectiveness of empagliflozin in heart failure patients irrespective of ejection fraction in England.

L’insufficienza cardiaca (HF) è una sindrome complessa comunemente classificata in base al grado di riduzione della frazione di eiezione (EF) ventricolare. Sebbene l’empagliflozin sia il primo farmaco approvato con efficacia clinica comprovata, il suo rapporto costo-efficacia nel trattamento dell’intera popolazione di pazienti con HF rimane sconosciuto. Empagliflozin + standard di cura (SoC) è risultato associato a 6.13 anni di vita (LY) e 3.92 anni di vita aggiustati per la qualità (QALY), rispetto a 5.98 LY e 3.76 QALY con il trattamento standard (SoC), con una differenza incrementale di 0.15 LY e 0.16 QALY, rispettivamente. I costi sanitari totali per paziente nell’arco della vita sono di 15.246 sterline per empagliflozin + SoC e di 13.982 sterline per SoC, con una differenza incrementale di 1.264 sterline. In conclusione, l’empagliflozin è la prima opzione terapeutica approvata, efficace e con un discreto rapporto costo-efficacia per i pazienti con HF, indipendentemente dalla EF.

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Prognostic Role of Early Cardiac Magnetic Resonance in Myocardial Infarction With Nonobstructive Coronary Arteries.

Background: Cardiac magnetic resonance (CMR) plays a pivotal diagnostic role in myocardial infarction with nonobstructive coronary arteries (MINOCA). To date, a prognostic stratification of these patients is still lacking.

Methods: The authors assessed 437 MINOCA from January 2017 to October 2021. They excluded acute myocarditis, takotsubo syndromes, cardiomyopathies, and other nonischemic etiologies. Patients were classified into 3 subgroups according to the CMR phenotype:

presence of late gadolinium enhancement (LGE) and abnormal mapping (M) values (LGE+/M+);

regional ischemic injury with abnormal mapping and no LGE (LGE-/M+); and

nonpathological CMRs (LGE-/M-). The primary outcome was the presence of major adverse cardiovascular events (MACE). The mean follow-up was 33.7 ± 12.0 months and CMR was performed on average at 4.8 ± 1.5 days from the acute presentation.

Results: The final cohort included 198 MINOCA; 116 (58.6%) comprised the LGE+/M+ group. During follow-up, MACE occurred significantly more frequently in MINOCA LGE+/M+ than in the LGE+/M- and normal-CMR (LGE-/M-) subgroups (20.7% vs 6.7% and 2.7%; P=0.006). The extension of myocardial damage at CMR was significantly greater in patients who developed MACE. In multivariable Cox regression, %LGE was an independent predictor of MAC

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