Stefano De Servi

Come può l’ECG di superficie distinguere un blocco completo di branca sinistra da un ritardo di conduzione intraventricolare?

I criteri elettrocardiografici per la diagnosi di blocco completo di branca sinistra (LBBB), secondo American College of Cardiology/ American Heart Association/Heart Rhythm Society, sono una durata del QRS duration ≥120 millisecondi, un’onda R allargata e incisa nelle derivazioni I, aVL, V5 e V6; assenza di onde Q nelle derivazioni I, V5 e V6; tempo di picco dell’onda R >60 millisecondi in V5 e V6; tratto ST e onde T con direzione opposta rispetto al QRS . Tuttavia, si è osservato come circa un terzo dei pazienti con tali caratteristiche elettrocardiografiche abbiano in realtà un ritardo di conduzione intraventricolare (IVCD) o ipertrofia ventricolare sinistra, non un blocco della conduzione dello stimolo.

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A Wide Wide QRS

Una signora sulla settantina, affetta da miocardiopatia ischemica (esiti di bypass aortocoronarico, FE depressa – 15% -, con defibrillatore impiantato, parossismi di fibrillazione atriale, nefropatia

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Hidden Fatal ECG Manifestations

Un paziente diabetico di 50 anni, presenta una sincope, preceduta da amaurosi. Non aveva lamentato dolore toracico. Un analogo episodio sincopale era avvenuto circa un mese prima della presentazione. In Pronto Soccorso il paziente si è ripreso, non ha sintomi particolari. L’obiettività è negativa, la pressione 125/96 mmHg, i dati di laboratorio non mostrano alterazioni, in particolare troponina e BNP sono normali. L’ECG è normale così come l’esame ecocardiografico che non mostra patologie di sorta con FE del 58%. Viene eseguito un ECG Holter durante il quale il paziente ha un episodio pre-sincopale: l’ECG registrato in quel momento è riportato nella Figura.

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Diagnostic Challenges in Atrioventricular Block Preceding Cardiomyopathy

Un paziente sulla trentina giunge in PS per cardiopalmo persistente da alcune ore, negando altri sintomi concomitanti. All’ingresso la pressione arteriosa è 102/57 mmHg e la frequenza 170 bpm. Non si rilevano dati patologici all’esame obbiettivo (esclusa la frequenza elevata); gli esami di laboratorio mostrano un aumento di troponina T (18 pg/ml, normalità sino a 14 pg/ml) e di NTproBNP (1.709 pg/ml). All’ecocardiogramma viene rilevata solo una lieve atriomegalia sinistra (diametro= 34 mm) con FE del ventricolo sinistro del 72%. L’ECG all’ingresso è mostrato nella Figura.

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An Abnormal ECG Finding in a Patient With COVID-19

Un paziente sulla cinquantina viene ricoverato d’urgenza in Terapia Intensiva per un’infezione severa da Covid-19.
La saturazione di O2 era 87% in aria ambiente. Durante la degenza la situazione peggiora e in settima giornata il paziente deve essere ventilato meccanicamente e trattato con inotropi. L’ECG, prima normale, presenta delle anomalie mostrate nella Figura.

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Migrating Localized ST-Segment Elevation With Ongoing Chest Pain

Paziente con anamnesi cardiologica muta giunto in PS per dolore toracico da circa 6 ore (PA 127/69 mmHg, FC 106 bpm). Un primo ECG, eseguito dal servizio medico di emergenza, mostrava un sopraslivellamento di ST di 2-3 mm in II, III, aVF e, di minore ampiezza, da V2 a V5. L’ECG in PS mostrava invece risoluzione in II, III, aVF, ove comparivano onde T negative, mentre il sopraslivellamento di ST si rendeva più evidente in V2,V3 e comparendo anche in aVL. Sottoposto a coronarografia urgente, non furono evidenziate stenosi significative pur persistendo la sintomatologia e, all’ecocardiografia, la cinesi ventricolare era corretta in presenza di un modesto versamento pericardico. La troponina risultava nella norma, mentre la proteina C reattiva era elevata (12.1 mg/dl). Un terzo tracciato eseguito successivamente mostrava risoluzione del sopraslivellamento di ST in I a e aVL, mentre esso compariva più marcato da V2 a V5. Da notare che un dato comune a tutti gli elettrocardiogrammi era rappresentato dal sottoslivellamento del tratto P-R. In base ai dati raccolti fu posta la diagnosi di pericardite.

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Placche non-culprit a rischio, ma FFR-negative nei pazienti con infarto miocardico: un dilemma clinico

Dopo un infarto miocardico gli eventi trombotici sono frequenti e non sempre prevedibili sulla base della misurazione di FFR delle lesioni nonculprit . Spesso, le lesioni che si complicano sono funzionalmente non significative, soprattutto se fornite di un ampio “core” necrotico e di un cap fibroso sottile. Queste stenosi possono essere individuate, invece, da uno studio con OCT.

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