Stefano De Servi

La rivascolarizzazione miocardica elettiva in aggiunta alla terapia medica è in grado di ridurre la mortalità cardiovascolare rispetto alla sola terapia medica?

Quale sia la strategia migliore per il trattamento dei pazienti con sindrome coronarica cronica è tuttora oggetto di controversia. Lo studio ISCHEMIA ha randomizzato 5.179 con ischemia miocardica, almeno moderato-severa, documentata da uno stress test a una strategia di coronarografia e rivascolarizzazione, associata a terapia medica ottimale in confronto alla sola terapia medica ottimale, non dimostrando alcuna differenza nell’endpoint composito (morte cardiovascolare, infarto miocardico, necessità di ospedalizzazione per instabilizzazione clinica, scompenso cardiaco o arresto cardiaco risuscitato) a un follow-up mediano di 3.2 anni ((Maron DJ, Hochman JS, Reynolds HR, et al. ISCHEMIA Research Group. Initial invasive or conservative strategy for stable coronary disease. N Engl J Med 2020;382:1395–1407.)).

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Il giusto timing per un approccio ablate and pace

Lo studio Ablate and Pace for Atrial Fibrillation – Cardiac Resynchronization Therapy (APAF-CRT) è uno studio clinico randomizzato eseguito in pazienti con fibrillazione atriale (FA) permanente da più di 6 mesi, fortemente sintomatici, con durata del QRS ≤110 ms. Lo studio è stato condotto in 2 fasi.

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STEMI tardivo: quale vantaggio dalla rivascolarizzazione?

L’argomento è tuttora di grande attualità, poichè rappresenta una area clinica di incertezza nella quale evidenze provenienti da studi randomizzati sono carenti. Le Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) indicano anche in questi pazienti, che giungano all’osservazione 12-48 ore dall’inizio dei sintomi, l’utilizzo della PCI primaria con una classe di raccomandazione IIa, evidenza B ((Ibanez B, James S, Agewall S, et al. 2017 ESC guidelines for the management of acute myocardial infarction in patients presenting with ST-segment elevation: the Task Force for the Management of Acute Myocardial Infarction in Patients Presenting With ST-Segment Elevation of the European Society of Cardiology (ESC). Eur Heart J. 2018;39:119–177. )).

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L’uso delle statine nel paziente scompensato riduce il rischio di neoplasia?

È stato ipotizzato che lo scompenso cardiaco sia una condizione oncogena, soprattutto per la relazione che esiste tra stimolazione neuro-ormonale, stato infiammatorio e l’insorgenza di neoplasie ((Bertero E, Canepa M, Maack C, Ameri P. Linking heart failure to cancer: background evidence and research perspectives. Circulation 2018;138:735–742.)) ((de Boer RA, Hulot JS, Tocchetti GC, et al. Common mechanistic pathways in cancer and heart failure. A scientific roadm[1]ap on behalf of the Translational Research Committee of the Heart Failure Association (HFA) of the European Society of Cardiology (ESC). Eur J Heart Fail 2020;22:2272–2289. )).

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Conosci le Linee Guida?

Compili il quiz, al termine troverà la risposta esatta alle domande. https://it.research.net/r/G3BTQKY Quale classe di raccomandazione ha l’adozione della dieta mediterranea?A) Classe IB) Casse IIbC)

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Pre- and in-hospital anticoagulation therapy in coronavirus disease 2019 patients: a propensity-matched analysis of in-hospital outcomes.

Il ruolo della terapia anticoagulante cronica (CAC) nei pazienti con COVID-19 è tuttora sconosciuto e rappresenta l’oggetto del presente studio multicentrico europeo. Di 1.186 pazienti COVID positivi, 144 erano in CAC (12.1%). Considerando le popolazioni non aggiustate, la mortalità per tutte le cause (35% vs. 18%, p<0.001), le emorragie maggiori e minori (14% vs. 8%, p=0.026; 25% vs. 17%, p=0.014), le complicanze cardiovascolari (27% vs. 14%, p=0.001) e l’insufficienza renale acuta (AKI, 42% vs. 19%, p<0.001) si sono verificate più frequentemente nei pazienti in CAC.

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